“Grazie al regolamento europeo i cittadini del Vecchio Continente risparmieranno 6 miliardi di euro l’anno”. A tanto ammontano, secondo le autorità di Bruxelles, le commissioni nascoste pagate alle banche da chi usa carte di credito e di debito. Costi che presto non dovrebbero più essere versati grazie all’entrata in vigore l’8 giugno scorso del nuovo provvedimento Ue che impone un tetto alle commissioni interbancarie dello 0,3% per i pagamenti con carta di credito e dello 0,2% per quelli con carta di debito. Gli istituti di credito e i circuiti come Visa e Mastercard, dovranno adeguarsi entro il prossimo 9 dicembre, visto che la nuova normativa da allora saranno vincolanti in tutti gli Stati dell’Unione.

Commercianti e consumatori, secondo gli annunci della Commissione europea, avranno grandi benefici da tutto ciò: “Aumenterà la trasparenza nelle transazioni con carta di credito e si favorirà l’adozione di tecnologie di pagamento innovative”. Ma se da una parte c’è chi accoglie con favore il provvedimento, dall’altra ci sono associazioni di consumatori che temono che questo si andrà a ritorcere contro i cittadini, comportando nuovi costi. “La norma potrebbe ledere la libera concorrenza”, spiegava solo poco tempo fa Antonio Longo presidente della Italian E-Payment Coalition (Iepc). Si applica infatti solo ad alcuni tipi di carte, quelle Mastercard e Visa, chiamate anche a 4 parti (perché coinvolgono i circuiti Mastercard o Visa, la banca che consegna la carta, il commerciante e il consumatore). “Inoltre costringe chi usa queste carte a pagare canoni annui più alti o sovrapprezzi per ogni transazione fatta” avverte Longo.

Il regolamento riprende in gran parte la proposta della Commissione del luglio 2013. E, dopo un iter in Parlamento europeo, è stato votato lo scorso marzo, per poi passare in Consiglio ad aprile, ed entrare in  vigore a inizio giugno. Resteranno esclusi dalla norma i pagamenti con carte commerciali, e quelli dei circuiti come Diners, PayPal e American Express, detti a tre parti perché si rapportano direttamente con commerciante e consumatore. E proprio nell’esclusione di questi circuiti sta parte del problema. Secondo i consumatori, chi avrà una carta soggetta alle regole imposte da Bruxelles (Mastercard e Visa) “rischia di veder lievitare le spese dei canoni annui a causa di un probabile aumento dei costi disposto dalle banche per fronteggiare i mancati ricavi delle commissioni”. Inoltre i titolari di carte Diners, PayPal e American Express rischiano di vedersi applicare, dai commercianti, un sovrapprezzo sui propri acquisti (pari alla commissione applicata). Anche se gli Stati avranno la possibilità, volendo, di vietare questi sovraccarichi di costo sui cittadini. Il commerciante inoltre potrà scegliere se accettare carte di debito e rifiutare le carte premium o di credito. Sarà sufficiente appendere un cartello fuori dal negozio.

Difende le proprie posizioni la Commissione Europea, che ha spiegato come ogni volta che un consumatore utilizza una carta di credito, di debito o prepagata per comprare qualcosa, il commerciante “già oggi scarica il costo delle commissioni sul prezzo applicato ai consumatori”. Così, le commissioni di interscambio sono trasmesse a tutti i cittadini, “anche a quelli che non usano carte, ma pagano in contanti”. Tra l’altro, secondo Bruxelles, prima del regolamento era il sistema bancario e quello delle carte che dettava legge, i commercianti avevano scarse possibilità di influenzare il livello dei costi. “Il regolamento, che si basa su indagini, tra cui quella della commissione di procedimenti contro Mastercard e Visa,  –  proseguono dalla Ue – creerà invece le condizioni di parità per una maggiore concorrenza e per far decollare i pagamenti elettronici”.

Grazie alle nuove norme i commercianti potranno poi rivolgersi a banche, in altri Stati europei, per ottenere condizioni migliori. Secondo la Commissione Europea è stato eliminato anche un altro grande problema: quello della mancanza di trasparenza. Queste regole saranno obbligatorie a partire dal 9 giugno dell’anno prossimo, per dar modo agli istituti di credito di adeguarsi. “Finora per commercianti e possessori di carta era difficile capire la quantità di costi davvero versati”, e quindi fare un raffronto su quale fosse l’offerta migliore sul mercato. Per via del regolamento le banche ora dovranno specificare, nei loro contratti con i commercianti, uno a uno i costi di servizio. Una volta che la transazione sarà eseguita il negoziante dovrà ricevere poi tutte le informazioni sulla transazione, compreso l’importo della commissione interbancaria.
Nei 28 mercati nazionali europei prima del regolamento vi erano grandi differenze tra le commissioni di interscambio, che oscillavano dallo 0,1% a più dell’1,5%. Ciò che la commissione ha poi voluto tentare di scardinare, con l’introduzione del tetto massimo per alcune carte, è proprio quel meccanismo per cui le società di carte per attrarre a sé nuove banche offrivano percentuali di interscambio più consistenti. “Questo approccio alzava le tariffe – scrive Bruxelles – e ha contribuito alla scomparsa di un certo numero di sistemi nazionali di carte (in genere più economici), che sono stati sostituiti con sistemi che offrivano percentuali più alte per le banche emittenti per esempio nel Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Irlanda”.